Museo di Piadena

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La Cisalpina gode di un momento di ripresa nel IV sec. d.C. con l’insediamento di Graziano a Milano, nuova capitale dell’Impero Romano d’Occidente.

L’ultima testimonianza archeologica a Bedriacum indica che il sito venne frequentato dagli Ostrogoti nel corso del primo trentennio del VI secolo, e la loro presenza sembra essere dovuta ad esigenze difensive. Teodorico, come già altri prima di lui, aveva intuito l’importanza strategica della pianura padana. Inoltre, si era reso conto di quanto fosse indispensabile il risanamento agricolo per il benessere generale. Un’accorta politica di bonifiche e sgravi fiscali diede il via a una breve ripresa economica che dovette dare un po’ di respiro a tutta l’economia cremonese.

Ma la situazione precipita con la morte di Teodorico; l’agricoltura subisce un duro colpo per l’insicurezza generata dai contrasti di potere, e il pesante sistema fiscale instaurato dai bizantini finisce per darle il colpo di grazia. Si ritiene che lo standard di vita in pianura in epoca bizantina fosse sceso a livelli veramente bassi.

L’ultima testimonianza di questo periodo ci proviene da reperti longobardi, verosimilmente da corredi tombali maschili, provenienti da uno scavo non documentato a San Paolo Ripa d’Oglio.

 
Il villaggio altomedievale di Piadena si trovava su un dosso a nord dell'abitato attuale, all'interno di un'ansa del paleoalveo del fiume Oglio, che, rispetto ad oggi, scorreva un km più a sud. L'insediamento è ricordato in una carta donationis del 990 con la quale il vescovo Olderico di Cremona concede al monastero di S. Lorenzo da lui fondato un domocoltile dotato di manodopera servile e castello provvisto di tunimen (mura), fossato e cappella intitolata a San Michele. Dalla corte dipendevano poi delle massaricie con cento iugeri di arativo, vigneto e bosco incolto. Nel 1019 a Piadena troviamo i Canossa che possiedono una corte di ben 5200 iugeri e il castello che nel 1022 il marchese Bonifacio e la moglie Richilda donano al vescovo di Cremona Landolfo.
   



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